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A maggio del 1961 Piero Manzoni realizza «Merda d’artista», in 90 esemplari, scatoletta per conserve, uguali a quelli utilizzati normalmente per la carne in scatola, del diametro di 6 centimetri per 4,8 centimetri, sigillata, sui cui è apposta un’etichetta a stampa in cui si legge, in italiano, inglese, francese e tedesco, la scritta « Merda d’artista, Contenuto netto gr. 30. Conservata al naturale. Prodotta ed inscatolata nel maggio 1961 », Künstlerscheisse, Merde d’artiste,Artist’s shit. Sul coperchio era stato stampato “PRODUCED BY”, seguito dalla firma in corsivo di Piero Manzoni e dal numero dell’esemplare, mentre sul fondo compariva la scritta “MADE IN ITALY”.
Ma chi era Piero Manzoni :
Piero Manzoni nasce a Soncino, Cremona, il 13 luglio 1933, muore in solitudine nelle prime ore del 6 febbraio 1963 nel suo atelier milanese (in via Fiori Chiari 16). Era di nobile discendenza, suo padre Egisto, era un conte, il suo titolo completo era Conte Meroni Manzoni di Chiosca e Poggiolo, la madre Valeria Meroni, nasce nel 1907 a Soncino dalla famiglia titolare della storica Filanda Meroni.
Piero trascorre l’infanzia in alcuni luoghi che lo segneranno, quali la villa di campagna di Soprazocco, frazione del comune di Gavardo, in provincia di Brescia, altro luogo è Albisola Capo, nei pressi di Savona, terra d’origine della famiglia della madre, il terzo luogo è Milano la famiglia vive prima in via Saffi e, dal 1938, in via Cernaia 4, a un passo da via Brera.
Manzoni non ha seguito studi artistici regolari. Si è iscritto a giurisprudenza per poi frequentare la facoltà di filosofia a Roma e ciò ha influenzato parecchio la sua opera artistica.
Nel 1953 inizia a dedicarsi più stabilmente alla pittura, seguendo in particolare Lucio Fontana .
Manzoni frequenta gli studi di Roberto Crippa e Gianni Dova e stringe amicizia con i giovani Ettore Sordini e Angelo Verga,organizza con loro diverse Mostre d’Arte Contemporanea.
Nel 1958 va a Rotterdam, dove stringe amicizia con gli artisti Gust Romijn e Hans Sonnenberg, mercante e anima del futuro Zero-groep olandese, entrando in contatto anche con Jan J. Schoonhoven e più avanti con Henk Peeters, i quali nel 1960 fonderanno la Nul-beweging.
Crea «Corpi d’aria» (introducendo la variante di «Fiato d’artista», ove i palloncini sono gonfiati dall’autore stesso) e il 21 luglio la Mostra «Consumazione dell’arte Dinamica del pubblico Divorare l’arte», in cui il pubblico consuma uova sode sul cui guscio è impressa la sua impronta digitale ( il Filmgiornale SEDI realizza una versione filmata di questa azione), è l’ultima iniziativa della vita breve di Azimut.
Crea «Achromes» in cotone idrofilo trattato con cloruro di cobalto che cambia colore con il mutare delle condizioni atmosferiche.
A maggio del 1961 realizza «Merda d’artista», opera considerata rivoluzionaria, provocatrice, dissacrante, sconcertante, scandalosa e curiosa. L'acquirente era tenuto, a non aprire la scatoletta, pena la perdita di valore dell’opera. In realtà non si sa se l’etichetta dica il vero circa il contenuto, in quanto un simile un gesto simile avrebbe fatto perdere il valore dell'opera, che negli anni è andato sempre più crescendo, essendo ritenuta uno dei maggiori esempi di «provocazione artistica» della storia. Sembra che l’inscatolamento sia stato eseguito da un lattoniere in Corso Garibaldi, buon conoscente del tipografo Antonio Maschera stampatore delle etichette in via Palermo. Il prezzo per l'opera era stato fissato dall'autore in 30 grammi d’oro, all’epoca la quotazione dell'oro era di circa 700 lire al grammo, la scatola quindi aveva un valore di 21mila lire, è da tener presente che all'epoca gli stipendi degli impiegati si aggiravano intorno alle 60 mila lire al mese.
Courtesy – Foto © Giovanni Ricci
In una lettera al collega artista e amico Benjamin Vautier, più conosciuto col diminutivo di Ben, ha scherzosamente ipotizzato, su «Merda d’artista» , dicendogli che "se i collezionisti vogliono qualcosa di intimo, di veramente personale dell'artista, c'è la merda dell'artista, quella è davvero sua".
Nel 1993, l'artista francese Bernard Bazile, ne fece acquistare una scatola da Roger Pailhas, suo gallerista, che apparteneva a Ben (pseudonimo di Benjamin Vautier) per consentire a Bazile di eseguire questa performance, all'epoca l'aveva pagato 200.000 Franchi. Bazile quindi fa questa performance, davanti a numerose persone ed espone al centro Georges Pompidou «Boite de Merde de Piero Manzoni, ouverte», ma sembra che una volta aperta la sua scatolina, Bazile si sia trovato in presenza di un altro contenitore cilindrico circondato da una sostanza che sembra essere cotone. Insomma, siamo di fronte ad un ulteriore mistero nel più classico stile delle scatole cinesi. Il motivo che potrebbe aver indotto Manzoni ad inserire una scatola nella scatola potrebbe essere che l'artista, in questo modo abbia voluto tutelare la corrosione della scatola di metallo nel tempo e la conseguente fuoriuscita della sostanza organica dalla scatola più grande. Oppure, potrebbe anche voluto aggiungere mistero, immaginando che prima o poi qualcun ne avrebbe aperto una, o più delle sue opere, per curiosare cosa vi fosse all'interno.
La scatola aperta da Bernard Bazile - Courtesy – Photografie de Xavier Hufkens
Oggi molte Scatole sono state vendute (la famiglia Manzoni ne possiede ancora 5) e si trovano in varie collezioni d'arte contemporanea in tutto il mondo. Sono scambiate a un prezzo elevato, rispetto a quanto stabilito dall'artista.
Il 16 ottobre 2015 una scatola è stata messa all'asta per £ 182.500 (circa € 202.980) in un'asta da Christie's a Londra. Il 28 ottobre 2014, una scatola è stata venduta per € 129.000 (cioè comprensivo di costi d'asta € 160.920) durante una vendita effettuata dalla ditta Cornette de Saint Cyr a Parigi. Una delle famose scatolette di «Merda d’artista» di Piero Manzoni è stata venduta al prezzo di 275 mila euro, compresi i diritti d’asta, presso la casa milanese «Il Ponte» dove si è tenuta una vendita di Arte Moderna e Contemporanea.
Il Manzoni vivente ne ha vendute molto poche delle sue Scatolette, così come pochissimo delle sue opere in genere. Le dava ai suoi amici o le scambiava con altri artisti. Oggi le sue Scatolette vengono scambiate a un prezzo elevato, molto di più rispetto a quanto si era prefissato l'artista.
Cliccando sull'immagine si aprira in una nuova scheda il sito della Fondazione
1992 NASCITA della FONDAZIONE Piero Manzoni
Nel 1992 i quatto fratelli di Piero Manzoni (Maria, Melania, Giacomo e Giuseppe) fondano l'Archivio Piero Manzoni, associazione senza fini di lucro.
- L'Archivio propone la volorizzazione dell'artista attraverso:
- la ricerca storica, raccogliendo informazioni e materiali su Piero Manzoni, la sua vita e le sue opere; l’archiviazione, continuando il lavoro per stabilire il corpus delle opere autentiche;
- la collaborazione con istituzioni per l’organizzazione di mostre, o con studiosi per la realizzazione di pubblicazioni e ricerche;
- le consulenze volte alla corretta conservazione delle opere
Esiste inoltre un sito dedicato a «Merda d’artista»
Cliccando sull'immagine si aprira in una nuova scheda il sito
Qui sotto un video che raccontano dell'artista
Sono numerosi i libri e gli scritti che parlano dell'artista qui sotto ne potrete trovare alcuni:
Un campione del nostro tempo Romano F. Cattaneo “Il Borghese”, Milano, n. 38, 21 settembre 1961
Piero Manzoni. Vita d'artista di Flaminio Gualdoni edito da Johan & Levi, 2013
Breve storia della “Merda d’artista” Flaminio Gualdoni Skira, Milano, 2014
"Piero Manzoni. Divorare l'arte" di Guido Andrea Pautasso pubblicato da Electa, 2015
"Piero Manzoni. Nuovi studi", Fondazione Piero Manzoni. pubblicato da Carlo Cambi Editore 2017.
Essere zero. Ontologia di Piero Manzoni di Fabio Vander Editore Mimesis, 2019
Infine il ribelle gentile, la vera storia di Piero Manzoni”. Il libro che è stato scritto da Dario Biagi, nipote dell’illustre Enzo Biagi, e pubblicato da Stampa Alternativa nel 2013, questo libro è stato teatro di una causa intentata dalla Fondazione Manzoni che aveva chiesto al Tribunale di Milano il sequestro del libro, ma stato assolto in quanto non diffamatorio nei confronti degli eredi e quindi è rimasto liberamente in commercio.
Le opere "Merda d'artista" sono esposte in molti dei più grandi musei del mondo.
Museo nazionale d'arte moderna a Paris, Scatola numero 31.
Museo del Novecento a Milano, Scatola numero 80.
Tate Modern London, Scatola numero 004.
Staats Galerie Sttutgart, Scatola numero 0-7 (le prime cifre non sono leggibili perchè raschiate).
Nuovo Museo di Weimar, Scatola numero 043.
Nuovo Museo di Nurnberg, Scatola numero 028.