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Ultimamente si fa un gran parlare dell’Olio di Palma se nuoce alla saluto oppure no.
In modo particolare a partire da dicembre 2014 sulle etichette dei prodotti, in virtù del regolamento UE 1169/2011 scompare la dicitura generica di "oli vegetali" sostituito dal nome preciso dell’olio utilizzato, colza, soia, palma, arachide ecc., veniamo quindi a scoprire che l’Olio di Palma viene utilizzato in moltissimi prodotti alimentari.
Analizziamo dunque la filiera di questo prodotto.
La palma per la produzione di Olio cresce in paesi tropicali, la superficie dedicata alle palme da Olio in poco tempo si è espansa notevolmente a discapito delle foreste tropicali.
Indonesia (Sumatra) e Malesia, sono i due stati che, insieme, producono il 87% dell’olio di palma attualmente in commercio, le foreste tropicali sono state distrutte per far posto a monocolture intensive di Olio.
Altri paesi produttori di Olio di Palma sono: Indonesia, Malesia, Papua Nuova Guinea, Cambogia, Camerun, Costa d’Avorio, Filippine, Tailandia, Uganda, Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Gabon,Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua e Peru`. In questi paesi vengono sostituite piantagioni di palma da olio convertendo aree ecologicamente importanti come foreste tropicali o zone di foresta pluviale ed anche aree precedentemente adibite a produzione alimentare tradizionale.
La storia
Nei paesi dell'Africa occidentale l’olio di palma è sempre stato usato come olio alimentare.
I mercanti europei nella rivoluzione industriale, in particolare mercanti britannici, lo importarono in per l’uso come lubrificante per le macchine e come materia prima per prodotti a base di sapone come il Sunlight della Lever Brothers (a partire dal 1884) e il sapone statunitense Palmolive.
Nel 1848 gli olandesi introdussero nell'isola di Giava la palma da olio e nel 1910 in Malesia dallo scozzese William Sime e dal banchiere inglese Henry Darby.
Le prime piantagioni furono fondate e gestite soprattutto da britannici come Sime Darby.
A partire dagli anni sessanta il governo promosse un grande piano di coltivazione della palma da olio con lo scopo di combattere la povertà. A ciascun colono venivano assegnati circa 4 ettari di terra da coltivare con palma da olio o gomma, e 20 anni per ripagare il debito.
Le grandi società di coltivazione rimasero quotate nella Borsa di Londra finché il governo malese non promosse la loro nazionalizzazione negli anni 60 e 70.
In Malesia, paese dove si produce il 39% della produzione mondiale di olio di palma, ha sede uno dei più importanti centri di ricerca sugli olii e grassi di palma al mondo, il Palm Oil Research Institute of Malaysia (Porim), fondato da B.C. Sekhar.
Che tipo di albero palma è quella per la produzione dell’Olio
La palma africana, il cui nome scientifico e` Elaeis guineensis, Elaeis oleifera o Attalea maripa. è una pianta perenne la cui vita produttiva arriva sino a 50 anni. A partire da due anni dalla semina inizia a produrre i suoi frutti, è una pianta tipica della foresta umida tropicale ed i suoi frutti sono di colore rosso. Il rendimento della palma da olio per acro di terra risulta fino a dieci volte superiore a quello della soia, della colza e del girasole. In funzione dell’alto rendimento dell’olio di palma, questo costituisce il 39% della produzione mondiale di olio vegetale.
Nelle piantagioni di Palma da Olio vengono usati pesticidi altamente tossici, come il Paraquat o il Gramoxone, estremamente nocivi per la salute degli esseri umani e l’ambiente. A dimostrazione di cio`basti pensare che la coltivazione della palma si e`rivelata tossica nella maggior parte dei paesi che l’hanno implementata dove si sono riscontrate epidemie e malattie gravi. Chi lavora nelle piantagioni percepisce un salario medio che oscilla dai 5 ai 15 euro al giorno e la maggioranza di questi lavoratori utilizza i pesticidi senza alcuna protezione. Oltre ai problemi ambientali e sanitari si riportano costantemente problemi sociali, conflitti sindacali e soprattutto gravi violazioni dei diritti umani che arrivano anche all’omicidio.
Come si arriva all’Olio di Palma
Da questi frutti rossi si ricavano, dalla polpa l’olio e dai semi l’olio di palmisto, a temperatura ambiente questi oli sono entrambi solidi o semi solidi, una parte di questi oli vengono poi, con un processo di frazionamento, separati in componente liquida, da cui si ottiene un olio bifrazionato utilizzato per friggere, e la parte solida.
Questi oli sono composti di acidi grassi, esterificati con glicerolo come ogni normale trigliceride. Entrambi contengono un'alta quantità di acidi grassi saturi, che varia dal 50 all’ 80%.
L'olio di palma dà il nome all'acido palmitico (acido grasso saturo con 16 atomi di carbonio), suo principale componente, ma contiene anche acido oleico monoinsaturo, mentre l'olio di palmisto contiene soprattutto acido laurico. L'olio di palma è una delle principali fonti naturali di tocotrienolo, un membro della famiglia della vitamina E, contiene inoltre quantità elevate di vitamina K e magnesio.
Il napalm prende nome dagli acidi naftenico e palmitico.
Le concentrazioni approssimative dei diversi acidi grassi nell'olio di palma sono le seguenti:
Gli utilizzi dell’Olio di Palma sono i seguenti :
Alimentari
Impiegato come olio vegetale per prodotti alimentari, anche quelli biologici, arriva sulle nostre tavole come ingrediente onnipresente in biscotti, merendine, crackers, creme spalmabili, oli da cucina, margarina, grassi da pasticceria, dolci, gelati e altri tipi di alimenti. L’industria alimentare lo trasforma sbiancandolo, raffinandolo e frazionandolo. Nei supermercati e nelle cucine arriva un grasso saturo (dal 50 all’80%) e insapore pronto a compromettere la nostra salute aumentando il colesterolo e danneggiando le arterie coronarie. C’è olio di palma in tutte le bottiglie rosse di olio per friggere, in quanto l’olio di palma bifrazionato è ideale per fritture di alta qualità, resiste alle alte temperature e permette di ottenere fritti leggeri, croccanti e senza odori sgradevoli.
Nella “croissanteria” e nelle margarine, nel Kitkat e nelle Pringles. Usano olio di palma la maggior parte delle friggitorie che vendono patatine e fritti vari e tutta la panificazione pronta, quella da scaldare, tipica dei bar.
Cosmesi e Igiene personale e della casa
materia prima importante di molti saponi, polveri detergenti e prodotti per la cura della persona, per questi utilizzi vengono spesso usati i saponi di sodio o potassio e gli esteri semplici dei suoi acidi grassi come il palmitato di isopropile
Biocarburante biofuels e Biocombustibile
Utilizzato come carburante nei motori diesel e come combustibile di fonte agroenergetica nelle centrali a biomasse.
Altri usi
alimenti per animali
Perché viene utilizzato l’Olio di Palma
L’olio di palma è uno dei principali oli vegetali utilizzati dall’industria alimentare poiché possiede delle specifiche proprietà funzionali che lo rendono un ingrediente importante nell’ industria alimentare, le sue proprietà uniche contribuiscono al gusto, all’ aspetto, alla stabilità termica, alla resistenza all’ossidazione, alla consistenza e alla morbidezza ed al tempo di conservazione di molti prodotti. L'olio di palma viene utilizzato poiché ha un sapore neutro e per il suo elevato tenore di acidi grassi saturi (caratteristica che ha in comune con altri prodotti alimentari come il burro), che gli consente di non irrancidire. Grazie alle sue proprietà fisiche (durezza, consistenza e plasticità), conferisce ad un ampia gamma di alimenti una consistenza molto apprezzata (cremosità o
croccantezza a seconda dei casi). Per taluni prodotti non esiste ancora un'alternativa vegetale a quest’olio senza che ne risultino profondamente modificate le caratteristiche dell’alimento.
Inoltre, non meno importante per l’industria alimentare, il suo basso costo in rapporto ad altri oli.
E’ sostenibile la produzione di Olio di Palma Biologico ?
La certificazione dell’Olio di Palma sostenibile RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil ossia Tavola rotonda per un olio di palma sostenibile) è un marchio che attesta che l’olio di palma è stato prodotto senza danno eccessivo per l’ambiente o la società e ne assicura la tracciabilità attraverso la catena di distribuzione. I coltivatori devono rispettare i principi e i criteri stabiliti dal RSPO che riguardano sia i diritti dei precedenti proprietari terrieri, le comunità locali, i lavoratori e piccoli agricoltori, sia la garanzia che nessuna nuova foresta primaria o area ad alto valore di conservazione sia stata eliminata per far posto alla produzione di olio di palma.
Peccato che a far parte di questo organismo di autocertificazione siano 219 membri, di cui i principali sono Cargill, Adm-Kuok-Wilmar e Synergy Drive sono i maggiori produttori di Olio di Palma e i maggiori utilizzatori Unilever, Nestlé, Kraft e Procter&Gamble, IKEA, Tesco, Findus, L’Oréal o Body Shop e per l’Italia sono presenti Ferrero e Unirà.
In poche parole chi certifica è colui che dovrebbe essere controllato. In pratica, le multinazionali del settore hanno creato un organo da loro gestito attraverso il quale fanno apparire sostenibile ciò che invece sta causando la scomparsa delle aree tropicali del Pianeta.
Quindi la coltivazione di palme da olio è ben poco sostenibile anche a causa dell'impiego di diserbanti nocivi vietati in Europa, prodotti che fanno capo alla società Syngenta, anch'essa membro della tavola rotonda RSPO. Senza dimenticare la bomba ecologica dovuta alle emissioni di carbonio legato proprio alla deforestazione e alla distruzione delle foreste.
Perché Olio di Palma Nuoce Gravemente all'Ambiente
L'olio di palma fa male non solo all'uomo, ma anche al nostro pianeta infatti da 15 anni a questa parte, all'espansione a livello industriale delle piantagioni di palma, avviene a danno delle foreste tropicali e torbiere tropicali con la deforestazione e la distruzione della biodiversità. In Indonesia infatti queste foreste crescono su uno strato di torba. Per poter impiantare la coltivazione, si taglia a raso la foresta, con il primo effetto di privare il pianeta di un polmone verde. Poi la torba viene prima drenata dall'acqua e poi incendiata. In quel momento è come se venisse accesa una bomba climatica che, oltre a privare dell'ossigeno la Terra, immette nell'atmosfera una quantità spaventosa di anidride carbonica. Per questo motivo l'Indonesia è il terzo paese al mondo per emissioni di Co2 dopo Cina e USA. Quindi si danneggia il clima, ma anche la biodiversità del territorio. Gli abitanti di Kuala Lumpur e di Singapore, lo scorso anno, durante la stagione secca sono rimasti avvolti per giorni in una impressionante cappa di fumo causata dagli incendi appiccati nella vicina isola di Sumatra per deforestare selvaggiamente e avviare nuove piantagioni, la vendita del legno pregiato della foresta, da dei ricavi che ammortizza circa il 50% delle spese per l'impianto della nuova piantagione.
In Indonesia e Malesia vivono alcune specie animali già a rischio, che l'espansione delle piantagioni di palma sta contribuendo a decimare. Queste sono orango tango del Borneo e di Sumatra, la tigre di Sumatra e il rinoceronte di Giava e gli elefanti del Borneo.
A questi animali viene sottratto il proprio habitat e se si inoltrano nelle piantagioni, i coltivatori, scacciano gli animali o li catturano, spesso picchiati a morte e i loro corpi vengono esposti nei campi per spaventare gli altri esemplari.
L’ Olio di Palma nuoce alla salute.
L’Olio di Palma è composto al 49,3% da grassi saturi, consumarlo equivale ad alimentarsi di burro, lardo o strutto, anzi, alcuni studi dichiarano che l' Olio di Palma sia addirittura più dannoso dei principali grassi animali, aumenta il tasso di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue e, come conseguenza, espone ad un maggiore rischio di contrarre malattie cardiache.
Bisogna dire che un olio non è dannoso in sé, ma è una questione di quantità. Se consumato in modo eccessivo, gli acidi grassi saturi favoriscono l’insorgere di malattie cardiovascolari
La differenza tra l' Olio di Palma ed il Burro sta nel fatto che sebbene entrambi contengano una grande quantità di acidi grassi saturi, il Burro rispetto all’olio di palma raffinato contiene omega 3 e vitamine A e D.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ci sarebbero prove convincenti che il consumo di olio palmitico contribuisce a un maggiore rischio di malattie cardiovascolari.
Un ulteriore conferma arriva da uno studio italiano effettuato dalle Università di Bari, Padova e Pisa, in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia che dice “ l’olio di palma è in grado di distruggere le cellule del pancreas che producono l’insulina, di conseguenza provoca danni irreversibili, tra questi il diabete mellito. Oltre ai già dimostrati danni a carico del sistema cardiovascolare.
Non è infatti poi cosi difficile ingerire, anche senza saperlo, grandi quantità di questo grasso saturo l’olio di palma è infatti contenuto in molti prodotti della prima colazione, biscotti (anche quelli della prima infanzia) e merendine.
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